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domenica 3 febbraio 2013

Confronto tra Diana F+ e Dana 120

Come chiesto da Pretty in Mad (spero sia di tuo gradimento) nel post "Cosa preferireste?" ecco un confronto tra la Diana F+ ed un suo clone, la Dana 120. Pensavo di fare un confronto tra le immagini scattate, invece ne è risultato più interessante comparare le due fotocamera dal punto di vista costruttivo, evidenziando le loro particolarità.

La Diana sta rivivendo una seconda giovinezza, dopo la prima avuta negli anni 60, grazie a Lomography che ne ha realizzato una nuova versione. Questa macchina ha avuto un vasto successo con la prima versione grazie alla sua semplicità d'uso ed ora spinta dalla lomografia che si sta diffondendo come una malattia (ho voluto evitare di usare il termine moda, forse più corretto ma sminuente) e non mancano quindi anche i cloni (i vari anny, arrow, rand, banier,ecc).
Queste fotocamere costruite con caratteristiche molto simili, se non identiche, si riescono a reperire a prezzi bassissimi rispetto alla Diana F+ commercializzata da Lomography, ma ne vale la pena?
Vedremo un confronto con una Dana 120. Risulta molto difficile realizzare un vero e proprio confronto basandosi su un range limitato di fotografie scattate (pellicola, tempo, luci e situazioni sarebbero troppo diverso) e quindi ho scelto di utilizzare come parametro le foto scattate dagli utenti flickr e caricate nei vari gruppi.

Le macchine

Dalla foto di copertina si può notare come il clone sia più grande dell'originale, il tutto senza una apparente motivo, probabilmente la scelta di mettere lo scatto sul corpo macchina invece che direttamente sull'obiettivo ha portato ad un aumento dei volumi (infatti l'ingombro è maggiore sopratutto in altezza).


Dal dorso si nota subito una differenza: se la Dana (a sinistra) ha un solo foro per il contascatti, la Diana F+ ha una finestrella che ci permette di scegliere se scattare su un rullino 120 i classici 12 scatti oppure 16 con un formato più piccolo.

Messa a fuoco

In entrambi i casi troviamo un mirino galileiano, di dimensioni molto simili (ci si potrebbe aspettare un mirino più piccolo e buio da un clone), e quindi la messa a fuoco è basata sulla distanza. Sulla Dana la troviamo ai bordi dell'obiettivo, sulla F+ vicino alla lente. Le distanze di riferimento per la messa a fuoco sono diverse e ciò ci fa capire che, nonostante l'obiettivo assomigli molto a quello della Diana, vi è una differenza costruttiva dovuta alla lente, sicuramente comunque non importante. La distanza minima di messa a fuoco della Dana 120 è di 1,2 metri, mentre quello della Diana F+ 1 metro.

Esposizione

Come nelle più classiche delle macchine fotografiche anni '60 dedicate ai neofiti l'esposizione si basa guardando il cielo. Per entrambe abbiamo sole, nuvoloso leggero e nuvoloso. Muovendo la levetta dell'esposizione non faremo nient'altro che spostare e cambiare delle ranelle che fungono da diaframma, avranno quindi un foro ridotto quando ci sarà il sole, uno più aperto con delle fitte nuvole.


Nella Diana F+ però troviamo un "P" in più che nella Dana non è presente, è la P di Pinhole. Sostanzialmente potrete usare la vostra macchina come se fosse un foro stenopeico, per sfruttarla al meglio però dovrete usare la posa b (vedremo poi come fare)

Tempi di scatto

I tempi di scatto differiscono di molto poco: 1/50 per la Dana, 1/60 per la F+, tempi non brevissimi ma che ci permettono di evitare il mosso e compensano in parte i diaframmi chiusi delle macchine. La vera e importante (almeno dal mio punto di vista) differenza riguarda la posa B che nel clone non è presente e che quindi ci costringe a riporre la macchina fotografica quando la luce è scarsa (a meno che non abbiamo il flash) e non ci permette di realizzare foto sfruttando il mosso.
Come detto sopra la Diana F+ ha anche il diaframma P* ( di pinhole), sostanzialmente non staremo più fotografando con un diaframma tra f 11 ed f 22 ma 150,  quindi molto più chiuso, che richiede un esposizione di qualche secondo in piena luce, minuti o addirittura ore se fotografiamo in notturna.

Vi segnalo questo link molto utile dove potete scaricare una tabella dei tempi in pinhole.


Flash

Entrambe sono dotate di flash, a slitta per la Dana (che però usa ancora le lampadine), ad inserimento a caldo sulla F+ con un flash molto più moderno prodotto da Lomography. Va detto che la Diana ha un connettore che poi utilizza la slitta, se volete dotarvi di flash però risparmierete acquistandone un vecchio modello utilizzabile senza problemi con la Dana.

Confronto camera oscura, nella Diana F+ ( a sinistra) si vedono i collegamenti per il flash

Accessori

Non vi sono, o almeno io non ne ho trovati, accessori per la Dana 120, reperibile su ebay o su qualche mercatino, ne è piena invece la Diana F+ che essendo un oggetto alla moda ha anche il suo armamentario di oggetti abbinabili ed intercambiabili che potrete trovare in ogni lomoshop.
Le foto
colours see coloursHer ghost in the fog

Dana 120, un set su Flickr.


Guardando le mie foto, quelle scattate da altri e mettendole a confronto con quelle che si trovano sul gruppo flickr della Diana F+ non noto molte differenze, alla fine le caratteristiche tecniche (pinhole a parte) sono simili, le lenti sono in entrambi i casi di plastica e quindi producono colori simili, la qualità dell'immagine è quella tipica delle lomo. Se dovessi dare un giudizio schietto in poche parole prendere come spunto un detto piacentino "troia una, vacca l'altra" (vi giuro che ho pensato seriamente di intitolarlo così questo post)

La costruzione

Trovo molto significative le differenze costruttive delle due macchine. Se avete già usato una F+, seppure lomo ha una buon corpo macchina in plastica che sembra ragionevolmente robusto, con la Dana avrete quasi paura, i materiali sembrano molto più sottili e fragili.
Hanno una curiosa caratteristica in comune: ad entrambe si muove la vite che blocca lo sportello posteriore, andando a metà tra open e close quando inserite un rullino nuovo. Se non starete attenti non riuscirete a chiudere la macchina e nella Dana 120 questo mi è valsa una crepa nella plastica.




La Dana è autoironica
Avete notato il finto esposimetro sul frontale e la scritta "Plasticons Lense" sull'obiettivo? Dai come si fa a non volerle bene?!


Conclusione

Dopo questo lunghissimo post potrete farvi le vostre considerazioni, io mi sono fatto le mie: la Dana 120 è molto più economica dell'originale sorella e quindi se volete muovere i primi passi con una lomo senza che questo vi debba costare due o tre cene sarà perfetta, sopratutto se non sapete cosa sia la posa B ed il pinhole per voi potrebbe essere un gioco da tavolo. Se invece la posa b è qualcosa di quasi sacro (per me lo è, psyco) e far foto che durino minuti vi rilassa, allora la Diana vi darà soddisfazioni.

2 commenti:

  1. sono una ceffa e mi perdo le cose.. chiedo venia! bellissima e interessante recensione/confronto, domani lo condivido sulla pagina facebook del blog, ora no perchè son tutti fuori e non la leggerebbe nessuno ;-)
    e grazie per il link ^_^

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  2. Grazie mille a te :)
    C'è qualcosa che secondo te dovrei approfondire o modificare?
    Grazie ancora si per il commento che per la condivisione! ;)

    RispondiElimina

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